lunedì 29 giugno 2015

Odissiàmo: avventure teatrali coi bambini

Difficilmente parlo qui sul blog del mio lavoro, se non quando racconto le mie passate sventure, ma la verità è che sì! anche io ogni tanto lavoro e mi diverto pure.
Quest'anno ho condotto un laboratorio di teatro con bambini di un doposcuola, più o meno tutti di prima elementare. Il progetto che avevo presentato era incentrato sull'Odissea di Omero, in particolare ho giocato sul parallelismo tra Odisseo e ciascuno di noi.
Alla fine dell'anno scolastico, abbiamo presentato una breve performance al pubblico (i genitori e i nonni!), intitolata "Odissiamo", che ho creato montando diversi giochi ed improvvisazioni fatti durante l'anno.
Lungi da me il preparare uno spettacolo, e annoiare i bambini con prove su prove di testi che non hanno minimamente a che fare con loro. Lungissimo!
Ho provato solo cinque volte, e spero di essere riuscita a spiegare ai genitori che l'aspetto performativo è importante, certo, ma solo se è la parte più evidente di un processo delicato e attento di formazione, in cui ogni singolo bambino ha potuto esprimersi attraverso il teatro, manifestando il suo essere senza venire giudicato.
La performance è così più un momento di festa e di condivisione, che una recita o un "saggio finale". Come mi ha suggerito mio marito, il nostro era un "assaggio".
Mi piacerebbe condividere con voi l'ultima parte di questa messinscena. L'unica in cui intervenivo io, leggendo un testo scritto dopo aver intervistato i miei bambini.
Un testo che arrivava alla fine di un'Odissea simbolica e giocosa, fatta di guerra in cui si muore dal ridere, suoni misteriosi ascoltati lungo il viaggio, racconti di avventure realmente accaduti ai bambini, musica e danza del ritorno, e infine..Itaca.

Ecco il testo e, come sempre, i bambini stupiscono per i pensieri che fanno.
Grazie di leggerlo!

mercoledì 10 giugno 2015

Dentro non ho colore

Da adolescente per qualche giorno volevo essere bionda, e invece mi feci rossa.
Mi tinsi i capelli di rosso sotto la doccia con una tinta all'ammoniaca che mi bruciò il corpo e mi colorò anche i peli.
Dopo due settimane avevo le punte arancioni e la base marrone.
Tornata al mio colore naturale mi accorsi che era veramente bellissimo e da allora non ho mai più ritoccato i miei capelli. I miei capelli sono di un colore veramente bellissimo.
Fiera della mia vanità.

Ascolto Pino Daniele e non riesco a prepararmi per uscire. Ascolto Pino Daniele su Deezer e dimentico che esiste il tasto "pausa". Ascolto Pino Daniele come se avessi paura che muoia di colpo mentre canta.

Se non vedete il nesso tra le due cose, è perché non vedete me.

mercoledì 1 aprile 2015

Una serie di (im)prevedibili lavori: rappresentante improvvisata da strapazzo.

Lasciate le riccone e la loro collina, iniziai a lavorare per un collega di mio marito (allora era "il mio ragazzo"), il quale voleva lanciare una sua attività di supporto tecnico ai negozianti e aveva bisogno di qualcuno che andasse di porta in porta a vendere il suo pacchetto.
Secondo lui ero la persona giusta.  
Determinata, puntuale, affidabile, convincente

Anche qui, nessun contratto, sarei stata pagata 20 euro a cliente procacciato, più una somma variabile a fine mese.
In pratica il mio compito era quello di battere Torino quartiere per quartiere, parlare coi commercianti, spiegare l'offerta e vendere il prodotto. E poi, essendo una cosa "tra amici", potevo organizzarmi a mio piacimento per i giri da fare, gli orari, etc.
Non mi sembrava molto diverso dai tanti lavori di promoter che avevo già fatto a Milano, e in cui ero sempre stata fieramente bravissima. Avevo sempre convinto parecchia gente a infilare nel carrello della spesa il prodotto promosso.
Invece c'erano degli aspetti che facevano differire questo lavoro da quello di promoter, e io non li avevo considerati:
  • Non sarei rimasta otto ore in un supermercato, ferma immobile al calduccio.
  • Non avrei promosso un prodotto da pochi euro, bensì avrei dovuto vendere un pacchetto un pochino più costoso.
  • I clienti dei supermarket non sono uguali ai titolari di un'attività commerciale.
Iniziai a lavorare e mi accorsi subito che ero un cane mandato allo sbaraglio, senza nessun tipo di formazione commerciale, senza nessun supporto pubblicitario, a vendere qualcosa che a ben vedere non interessava a NESSUNO.
Macinavo chilometri inutilmente. In generale, nessuno mi mandava via a calci in c***, anzi, per lo più finivo bloccata per 50 minuti ad ascoltare gli sfoghi dei commercianti. E soprattutto, molti di loro mi commiseravano dicendo "Poveri giovani. Boia Fauss! Come vi sfruttano".
Probabilmente il mio faccino gentile e i miei modi sinceramente cortesi non bastavano a vendere, ma erano sufficienti per giustificare i negozianti a tenermi lì un'ora per farmi un pippone sullo sfruttamento generazionale.
La nonna dei bambini che curavo fino a pochi giorni prima, incontrandomi nel quartiere, mi disse "Mio marito lo diceva sempre. Venditori si nasce, non si diventa".
Il ragazzo della mia coinquilina invece sosteneva che avrei dovuto fare un battage pubblicitario prima di passare personalmente nei negozi, e che quindi non ero proprio io quella inadatta.
Il lavoro era così poco serio che ognuno si sentiva autorizzato a dirmi la sua, e io mi sentivo sempre più scema.
Pensieri profondi, pur di non ascoltare più un consiglio: "Lalalaa"

Ovviamente, dopo poche settimane e dopo solo 20 euro guadagnati, tornai dal collega di Michel dicendo che non era proprio il lavoro adatto a me.
Intanto avevo l'affitto da pagare. I soldi messi da parte lavorando a Milano stavano esaurendosi.
Cosa potevo fare?

venerdì 20 marzo 2015

Là dove c'è il cuore di Alessandra D.: Gorizia

Alessandra, a vederla, sembra una ragazza inglese, invece è una Friulana con origini pugliesi.
È una mamma giovane, si occupa di teatro e, da che la conosco, non ha mai smesso di cambiare città! Ci siamo incontrate a un meeting internazionale per giovani spettatori, a Reims, in Francia. Il primo giorno lei non sapeva un'acca di Francese, ma ne è uscita dicendo "la teufe" e "la meufe" (cioè parlava in "verlan", il peggiore slang di strada delle banlieu parigine): più malleabile di così!
Ecco il suo luogo del cuore, raccontato con le sue parole.

1.Indicazione geografica: GORIZIA

mercoledì 11 marzo 2015

La vita bugiarda

Mi sveglio, anzi Nau mi sveglia dicendo "Alzati mamma, àzzati mamma, àtsati mamma" circa 39 volte; mi alzo e vuole già giocare.
Cerco di darmi una mossa e non venire risucchiata dal pigiama, ma finisco per essere sempre l'ultima persona pronta ad uscire. Mi giustifico dicendo che spesso preparo io la colazione, e tutti i giorni allatto, lavo e vesto Nausicaa per andare al nido. Quindi preparo me stessa.
Alle 9.00 circa ognuno di noi tre ha preso la sua strada, e finalmente posso studiare.
Da mesi mi sono ripromessa di finire questi benedetti ultimi tre esami che mancano per conseguire la laurea magistrale, però c'è sempre qualche lavatrice da fare, qualche piatto da infilare nella lavastoviglie, qualche schifezza in giro per terra, e la spesa, e mille distrazioni.

mercoledì 4 marzo 2015

Là dove c'è il cuore di.. Alessandra G.: Piccole Dolomiti Vicentine

Oggi scrive Alessandra. Ha un blog principalmente fotografico, in cui mi immergo per ritrovare il contatto con un mondo che sembra scomparso, e invece esiste ancora. Un mondo di tradizioni, piccoli riti familiari e di grande prossimità alla montagna.
Mi scuso per aver pubblicato così in ritardo, e aver fatto perdere le celebrazioni del 2014. Il posto resta affascinante comunque.
Se volete scrivere anche voi, seguite le regole che trovate nel box in alto a destra.
Bando alle ciance:

  1. Indicazione geografica: Piccole Dolomiti Vicentine - Comune di Valli del Pasubio (Vicenza)

giovedì 19 febbraio 2015

Là dove c'è il mio cuore: Milano

Ecco, ci tenevo ad iniziare io, per questo non ho ancora pubblicato quello che mi avete inviato. Scusate, tanto!
E invito altri a partecipare al gioco, seguendo le poche e semplici regole (che servono più che altro a delimitare il campo, per non strafare) che trovate qui.
E via, col primo luogo del cuore. Il mio.

1. Il luogo è una città: Milano.

2. Consiglio di visitare la sede dell'Università Statale, in Via Festa del Perdono. 
L'edificio Rinascimentale è bellissimo, del colore che per me è il colore di Milano (mattoni rossastri), e comprende diversi cortili tutti visitabili. Tra giardini, portici, ritrovamenti archeologici, farete una bellissima passeggiata. Non esitate a entrare nell'edificio stesso, poi, perché le aule sono dislocate in un labirinto pazzesco, ma quando vi ritrovate tra i corridoi di Giurisprudenza (che affacciano su dei lampioni sospesi), o ancora in una delle aule storiche (quelle grandi a gradoni), vi sembrerà di essere davvero in un altro mondo, antico. E cercate il bagno di Satana, così poi mi dite se esiste ancora!

lunedì 16 febbraio 2015

Delle feste: Natale. E Babbo Natale.

Da quando è nata Nausicaa mi sono chiesta se fosse giusto mentire o no sull'esistenza di Babbo Natale.
Ok, forse per qualcuno mi sto facendo solo delle esagerate se* mentali, ma io sono una mamma così: non mi piace fare le cose a caso.
Da una parte sentivo le vocine dirmi "non si dicono le bugie, e poi pensa che delusione quando lo scoprirà!", dall'altra sentivo "ma sì, lo si fa con tutti i bambini. Non è mai morto nessuno, anzi, è il bello del Natale!".
Il suo primo Natale è stato quando aveva tre mesi, quindi il problema non si presentava. 
Il secondo Natale, idem.
Al terzo (Già il terzo!! E ha solo due anni!), ovvero a due anni e tre mesi, abbiamo optato per non parlarle di Babbo Natale, e dirle chiaramente che i regali erano da parte di nonni, amici, eccetera (insomma, non da parte nostra!).
Ma lei sapeva comunque chi fosse Babbo Natale!
Qualche spia gliene aveva già parlato!

lunedì 9 febbraio 2015

Delle feste: Halloween

Riflessioni di Ottobre.
Halloween è una bella parola, suona bene e spaventa nello stesso tempo!
Ma molti osteggiano questa festa. Certo, non si mettono coi bastoni a picchiare la gente, ma offendono la ricorrenza e chi la festeggia.
Alla fine di Ottobre le vetrine si riempiono di zucche vuote, candele, pipistrelli, ragnatele..e no, non è la fiera dello sporco. Si tratta di un invito alla magia..
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